Trent’anni dallo sbarco della Vlora
Il più grande sbarco mai avvenuto in Italia.
L’8 agosto 1991, esattamente 30 anni fa, 20 mila albanesi sbarcarono a Bari dopo aver viaggiato un giorno e una notte a bordo della Vlora, partiti da Durazzo.
Non fu un viaggio pianificato. Semplicemente a un certo punto per le vie della città costiera albanese si sparse la voce che, caduto il regime, si poteva lasciare il Paese e raggiungere l’Occidente.
Le persone lasciarono ciò che stavano facendo e si diressero verso il porto, senza passare da casa, senza fare valigie, senza avvisare la famiglia.
Spinti da un’ebbrezza insopprimibile iniziarono ad ammassarsi sulla Vlora, nave che trasportava canna da zucchero ed era da poco arrivata da Cuba. Chiesero al capitano di fare rotta verso l’Italia e così successe.
I primi che avvistarono la nave stracolma avvicinarsi alle coste italiane si trovarono di fronte a una scena incredibile. Ai più tremarono le gambe, come spesso succede quando si realizza di essere al cospetto di qualcosa di epocale. Quello che accadde dopo – le reazioni della politica e della società civile, lo Stadio delle Vittorie, il rimpatrio – è storia.
Così celebrare l’arrivo della Vlora nel giorno del suo trentesimo anniversario può avere molti significati. Fra essi c’è sicuramente anche quello di celebrare l’istinto insopprimibile di libertà che si annida negli uomini.
Un istinto che quel giorno si concretizzò in una nave, una distesa di mare, e una voce dentro ciascuno che diceva semplicemente di andare.