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Note sulla Giornata Mondiale del Rifugiato (che cade oggi)

Alla fine del 2021 erano 89,3 milioni le persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni di diritti umani. Questo numero è aumentato dell’8% rispetto al 2020 e cresciuto ancora nel 2022 fino a superare i 100 milioni con l’invasione russa dell’Ucraina.

Dal 24 febbraio ad oggi sono più di 2 milioni i bambini e le bambine fuggite dall’Ucraina a causa della guerra, e 3 milioni sono sfollati interni.

Non c’è però solo l’Ucraina. In Libia ci sono, secondo le stime, circa 600.000 migranti di 44 nazionalità intrappolati senza nemmeno essere censiti. Insomma, i numeri a livello mondiale continuano a parlare di una situazione a tinte foschissime.

C’è però anche una specie di buona notizia, una sorta di scherzo destino. E’ quella rilevata da un’indagine Ipsos che dice che grazie alla crisi ucraina sono aumentati gli atteggiamenti positivi degli europei nei confronti dei profughi.

Addirittura il 78% degli intervistati è d’accordo sul fatto che le persone debbano potersi rifugiare in altri Paesi, compreso il proprio, per sfuggire a guerre o persecuzioni, ed è soltanto il 16% ad essere in disaccordo. Anche l’Italia è tra i Paesi che esprime il maggiore grado d’accordo, con l’80% dei giudizi favorevoli.

Ci si potrebbe chiedere se era necessario aspettare la guerra alle porte d’Europa e un’ondata di profughi tutti di pelle cucasica, per accettare il fatto che sia giusto aiutare chi è in fuga dalla guerra.

Ma forse avrebbe il sapore delle domande sterili. Forse conviene semplicemente rallegrarsi per questo cambio di passo, e far sì che si trasformi al più presto in azioni concrete.