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Il viaggio di #solidandoperlucraina: giorno 2

Sapevamo che sarebbe stato il giorno più intenso, e in effetti si è rivelato tale. Non si può dire quando sia iniziata questa seconda giornata, perché le ore a un certo punto sono diventate un’indistinto susseguirsi di sonno e veglie, fermate per il pieno, vignette, messaggi whatsapp, pasti frugali.

Eppure, se un momento va individuato a fare da spartiacque, questo è l’incontro casuale, alle 04:00 del mattino, presso un’area di servizio austriaca, con un pulmino della Protezione Civile di Como. Loro tornavano in Italia con un carico di due mamme e 5 bambini. Uno scambio fugace di sguardi ci ha permesso d’incrociare gli occhi di una delle madri, e quel volto esausto ci ha reso chiaro dove stessimo davvero andando. Li è iniziato il secondo giorno.

Italia, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Ucraina. 20 ore di viaggio in tutto. Negli ultimi 200 km prima della meta, la metà dei veicoli incrociati in strada sono stati furgoni di aiuti umanitari, mezzi militari o sanitari.

Alle 14:00 in punto abbiamo raggiunto il posto che ci era stato segnalato per lo scarico, e tutte le 10 tonnellate di prodotti raccolti sono state consegnate. Il carico di alcuni furgoni è stato depositato in un hub di raccolta, quello di altri, direttamente traslato su mezzi ucraini pronti a partire.

Dopo, tornado verso il posto in cui avremmo passato la notte, alcuni si sono imbattuti in uno dei tanti campi profughi spontanei sorti da un mese a questa parte lungo il confine. Li, in mezzo a centinaia di tende canadesi, vestiti usati, scarti di aiuti umanitari inutilizzati, c’era un ragazzo che suonava un pianoforte. In mezzo a un mare di sofferenza, famiglie divise, echi di guerra in lontananza, inaspettatamente, un momento di pace.