Hamas-Israele: restiamo umani. Anzi, torniamo ad esserlo
Da un lato la mattanza di civili di Hamas e le parole di un suo portavoce che – in totale rottura con il passato – parla di esecuzione di ostaggi ripresa in video. Dall’altro le bombe sui mercati di Gaza e le parole del ministro della Difesa israeliano Gallant, che parla di togliere luce, cibo, benzina e acqua a 2 milioni di persone perché “combattiamo contro degli animali umani e agiamo di conseguenza”.
Quella a cui assistiamo basiti da sabato non è solo una guerra, ma uno scontro fra istinti tribali, pulsioni turpi, che per decine di motivi non si riescono più a contenere. La resa dei conti. La tempesta perfetta.
Siamo allora di fronte alla crisi israelo-palestinese peggiore degli ultimi decenni, eppure potrebbe essere anche peggio di così. Potrebbe esserci un allargamento del conflitto alla Cisgiordania e a Nord di Israele, potrebbe trasformarsi in catastrofe umanitaria la situazione a Gaza.
Ecco che è necessario fermarsi. Immediatamente. Far tacere gli impulsi animaleschi degli attori in campo, e far tornare a parlare la ragione. In due parole: restare umani. Anzi, tornare a esserlo.