Come sono state rappresentate le diversità dai media italiani nel 2020?
Lo spiega il Diversity Media Report. In un anno quasi esclusivamente dominato dalle notizie sul Covid, le 3 diversity più penalizzate sono quelle che, nel 2018 e nel 2019, avevano ricevuto una copertura più elevata e più costante rispetto alle altre: Generazione (-2,2%), Etnia (-3,05%) e Genere (-3,26%).
Nonostante il calo, queste 3 diversity rimangono quelle con la maggior copertura mediatica, rispettivamente al primo, secondo e terzo posto, mentre (dis)abilità e LGBT+ continuano a ricevere un’attenzione minima e scostante, e risentono meno della contingenza pandemica.
Questo per quanto riguarda l’informazione. Il mondo dell’intrattenimento invece si conferma più attento al racconto delle diversity, con un’evoluzione dello storytelling verso un approccio sempre più intersezionale e lontano da stereotipi.
La serialità italiana nel 2020 sembra aver intercettato il tema dell’etnia e delle seconde generazioni, proposto soprattutto nei prodotti pensati per un pubblico più giovane (Summertime, SKAM, We are who we are) e fruibili sulle piattaforme di streaming. Insomma, il movimento dei media verso l’inclusione è un movimento lento, “eppur si muove” verrebbe da dire.