Alcune considerazioni su alimentazione “dei ricchi” e alimentazione “dei poveri”
Da ieri si sta molto discutendo di alimentazione “dei ricchi” e alimentazione “dei poveri”.
Al di là di ogni opinione in merito, ci sono i dati. Ad esempio quello dell’Italian Barometer Obesity Report, realizzato sulla base dei dati raccolti nel 2021 da Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation (IBDO), in collaborazione con ISTAT, Coresearch, Bhave e Novo Nordisk, presentato lo scorso 29 novembre.
Quello che emerge è una correlazione stretta tra obesità/sovrappeso e categorie sociali svantaggiate. I più colpiti sono i cittadini con minori capacità di reddito e istruzione, una limitazione nella possibilità di compiere scelte salutari per quanto riguarda alimentazione, stile di vita generale e accesso alle cure.
Sono dati che ci parlano di quello che comunemente viene definito FOOD SOCIAL GAP, ossia il divario esistente nella spesa per il cibo fra cittadini più abbienti e meno abbienti.
Un fenomeno sul quale, gestendo Solidando, c’interroghiamo da tempo e sul quale da tempo proviamo ad intervenire.
Come?
Ad esempio ospitando da 2 anni, una volta al mese, il mercato agricolo di Solidando, con il quale da un lato sosteniamo i piccoli produttori locali e dall’altro raccogliamo cibo di altissima qualità che poi mettiamo a disposizione degli utenti dei nostri social market.
Ad esempio affiancando a Solidando, da un anno, il nostro forno sociale Panificando, in cui produciamo quasi quotidianamente pane e prodotti da forno freschi per poi distribuirli nei social market.
Infine provando ad implementare i reparti “fresco” e “grastronomia” dei nostri supermercati grazie a progetti ad hoc attualmente allo studio, che rappresentano la nostra prossima sfida.
In definitiva ci sembra abbastanza sterile il dibattito su chi mangi meglio fra “ricchi” e “poveri”, ci sembra molto interessante invece provare a capire come poter assicurare il diritto ad un’alimentazione di qualità – dunque il diritto alla salute – a tutti. E agire di conseguenza.